Lauree umanistiche
Le lauree umanistiche sono quelle riguardanti le discipline umanistiche, che cioè vertono sullo studio dell’uomo, del suo pensiero e delle sue attività nel corso della storia. Si tratta quindi degli studi letterari e filologici, filosofici, artistici, inerenti il diritto, la storia e la geografia. Le lauree umanistiche, quindi, così come indicato sul sito del Ministero dell’Istruzione, sono lettere; filosofia; lingue; mediazione linguistica; beni culturali; scienze dell’educazione; scienze della formazione; discipline delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della moda; geografia; storia.
Alcune lauree tradizionalmente rientranti nelle lauree umanistiche, come giurisprudenza, scienze della comunicazione, collegata a lettere, e sociologia vengono fatte rientrare invece dal Ministero nelle cosiddette lauree sociali, un gruppo affine a quello umanistico, di cui fanno parte anche economia e psicologia.
Tutti i corsi di laurea nelle facoltà umanistiche seguono il modello del 3+2, introdotto nel 1999 con l’abbandono del vecchio ordinamento: vi sono quindi 3 anni di laurea di primo livello in una delle lauree sopra indicate cui possono seguire 2 anni di laurea magistrale durante i quali ci si può specializzare in una branca specifica del proprio corso di studi, ad esempio filologia classica, storia medievale, filosofia politica, ecc.
Sebbene non sia obbligatorio per legge, ormai anche nelle lauree umanistiche è sempre più diffusa l’istituzione del numero chiuso, con un test d’ammissione vincolante per l’ingresso alla facoltà scelta. Laddove non vi sia l’accesso a numero programmato, vi è sempre però un test d’ingresso, che non preclude la possibilità di iscriversi nel caso in cui si abbia ottenuto un punteggio basso: sarà solo necessario frequentare corsi aggiuntivi o laboratori di recupero.
Per quanto riguarda le facoltà umanistiche, nonostante vi sia ogni anno un altissimo numero di iscritti, è diffusa l’opinione che le possibilità lavorative siano molte scarse. In realtà, sebbene negli ultimi anni la crisi economica abbia messo un freno alla crescita occupazionale in tutti i settori, alcuni studi smentiscono questa credenza: l’istituto AlmaLaurea ha pubblicato nel 2014 una relazione in cui evidenzia che a un anno dalla laurea il 65% di chi ha conseguito un titolo nell’area umanistica ha un lavoro, mentre a cinque anni dalla laurea questa percentuale sale all’85%.
In genere il maggior sbocco lavorativo per chi ha una laurea in una disciplina umanistica riguarda la ricerca e l’istruzione. Si può decidere di proseguire con l’attività di ricerca, seguendo dottorati o master e ambendo a una carriera universitaria che possa portare a divenire docente a contratto, ricercatore, docente associato e infine docente ordinario, titoli che si conseguono tramite concorso. Un percorso molto difficile, che si può tentare anche arricchendo le proprie esperienze e il proprio curriculum tramite periodi di studio o di insegnamento all’estero.
Molti studenti delle lauree umanistiche ambiscono a intraprendere la strada dell’insegnamento. Per insegnare, una volta conseguita la laurea, è necessario conseguire l’abilitazione all’insegnamento, che si ottiene seguendo il TFA, Tirocinio Formativo Attivo, come spiegato nella pagina del sito del Ministero dell’Istruzione dedicata al tema.
Altre professioni cui possono guardare i laureati in discipline umanistiche sono inoltre tutte quelle riguardanti l’editoria e la comunicazione, la conservazione dei beni culturali e quelle connesse al terzo settore, come associazioni e cooperative che si occupano di promozione culturale e sociale.
Alcune lauree tradizionalmente rientranti nelle lauree umanistiche, come giurisprudenza, scienze della comunicazione, collegata a lettere, e sociologia vengono fatte rientrare invece dal Ministero nelle cosiddette lauree sociali, un gruppo affine a quello umanistico, di cui fanno parte anche economia e psicologia.
Tutti i corsi di laurea nelle facoltà umanistiche seguono il modello del 3+2, introdotto nel 1999 con l’abbandono del vecchio ordinamento: vi sono quindi 3 anni di laurea di primo livello in una delle lauree sopra indicate cui possono seguire 2 anni di laurea magistrale durante i quali ci si può specializzare in una branca specifica del proprio corso di studi, ad esempio filologia classica, storia medievale, filosofia politica, ecc.
Sebbene non sia obbligatorio per legge, ormai anche nelle lauree umanistiche è sempre più diffusa l’istituzione del numero chiuso, con un test d’ammissione vincolante per l’ingresso alla facoltà scelta. Laddove non vi sia l’accesso a numero programmato, vi è sempre però un test d’ingresso, che non preclude la possibilità di iscriversi nel caso in cui si abbia ottenuto un punteggio basso: sarà solo necessario frequentare corsi aggiuntivi o laboratori di recupero.
Per quanto riguarda le facoltà umanistiche, nonostante vi sia ogni anno un altissimo numero di iscritti, è diffusa l’opinione che le possibilità lavorative siano molte scarse. In realtà, sebbene negli ultimi anni la crisi economica abbia messo un freno alla crescita occupazionale in tutti i settori, alcuni studi smentiscono questa credenza: l’istituto AlmaLaurea ha pubblicato nel 2014 una relazione in cui evidenzia che a un anno dalla laurea il 65% di chi ha conseguito un titolo nell’area umanistica ha un lavoro, mentre a cinque anni dalla laurea questa percentuale sale all’85%.
In genere il maggior sbocco lavorativo per chi ha una laurea in una disciplina umanistica riguarda la ricerca e l’istruzione. Si può decidere di proseguire con l’attività di ricerca, seguendo dottorati o master e ambendo a una carriera universitaria che possa portare a divenire docente a contratto, ricercatore, docente associato e infine docente ordinario, titoli che si conseguono tramite concorso. Un percorso molto difficile, che si può tentare anche arricchendo le proprie esperienze e il proprio curriculum tramite periodi di studio o di insegnamento all’estero.
Molti studenti delle lauree umanistiche ambiscono a intraprendere la strada dell’insegnamento. Per insegnare, una volta conseguita la laurea, è necessario conseguire l’abilitazione all’insegnamento, che si ottiene seguendo il TFA, Tirocinio Formativo Attivo, come spiegato nella pagina del sito del Ministero dell’Istruzione dedicata al tema.
Altre professioni cui possono guardare i laureati in discipline umanistiche sono inoltre tutte quelle riguardanti l’editoria e la comunicazione, la conservazione dei beni culturali e quelle connesse al terzo settore, come associazioni e cooperative che si occupano di promozione culturale e sociale.