Abilitazione avvocato Spagna
Per diventare avvocato a tutti gli effetti in Italia, l’iter è piuttosto complesso: dopo la laurea in giurisprudenza, è necessario affrontare un tirocinio di 18 mesi e l’esame di stato, che consiste in tre prove scritte e una orale. Tale esame può essere molto arduo da superare, anche a causa di procedure di valutazione considerate da alcuni poco trasparenti, come spesso accade nei concorsi pubblici italiani. Per questo moltissimi neolaureati italiani decidono di conseguire l’abilitazione da avvocato in Spagna, paese in cui è relativamente più semplice la procedura d’accesso alla professione.
La prima cosa da fare è far omologare la laurea italiana con il titolo spagnolo di licenciado en derecho. L’omologazione dei titoli comporta passaggi burocratici precisi che si possono fare personalmente, prendendo i contatti con il consolato più vicino o con l’ambasciata spagnola a Roma, i cui indirizzi sono riportati sul sito del Ministero degli Esteri spagnolo. In alternativa, vi sono agenzie che si occupano di omologazione titoli ed espletano tutte le pratiche per commutare la propria laurea con quella spagnola.
Una volta ottenuta l’omologazione, è necessario frequentare un Máster en Abogacía, che dura 6-8 mesi. In teoria bisognerebbe seguire tale specializzazione presso un’università spagnola, ma vi è anche la possibilità di frequentare il master in Italia, in aula oppure online, grazie ad enti formativi privati che organizzano tali corsi e i cui costi si aggirano in media tra i 4000 e gli 8000, cifre che costituiscono il maggior ostacolo per chi vuole intraprendere la via dell’abilitazione da avvocato in Spagna.
Successivamente, si dovrà affrontare la prova d’esame vera e propria, la prueba de aptitud, che consiste in un test di domande a risposta multipla, da svolgere in lingua spagnola. I quesiti riguardano questioni di deontologia professionale, diritto amministrativo, civile, costituzionale, penale, comunitario, tributario, internazionale privato, commerciale, processuale e del lavoro.
Quando si è ottenuta l’abilitazione da avvocato in Spagna, si diventa abogado, un titolo che nel nostro paese si tramuta in avvocato stabilito, attribuito cioè agli avvocati dell’Unione Europea che lavorano in Italia, dopo aver espletate nuovamente le necessarie pratiche di omologazione. Dopo tre anni di esercizio della professione, durante i quali è sottoposto ad alcune restrizioni nell’espletamento dei propri compiti, l’avvocato stabilito è equiparabile a chi ha conseguito l’abilitazione in Italia.
I tempi della soluzione spagnola sono quindi piuttosto lunghi: i passaggi burocratici e la frequenza del master fanno sì che dopo la laurea ci vogliano in totale 12-18 mesi per arrivare all’abilitazione, senza contare i 3 anni necessari che servono per svincolarsi dal titolo di avvocato stabilito. Ovviamente vi sono anche i pro: si evita il periodo di praticantato e l’esame di stato, oltre a fare un’esperienza all’estero e avere la possibilità di imparare lo spagnolo.
La prima cosa da fare è far omologare la laurea italiana con il titolo spagnolo di licenciado en derecho. L’omologazione dei titoli comporta passaggi burocratici precisi che si possono fare personalmente, prendendo i contatti con il consolato più vicino o con l’ambasciata spagnola a Roma, i cui indirizzi sono riportati sul sito del Ministero degli Esteri spagnolo. In alternativa, vi sono agenzie che si occupano di omologazione titoli ed espletano tutte le pratiche per commutare la propria laurea con quella spagnola.
Una volta ottenuta l’omologazione, è necessario frequentare un Máster en Abogacía, che dura 6-8 mesi. In teoria bisognerebbe seguire tale specializzazione presso un’università spagnola, ma vi è anche la possibilità di frequentare il master in Italia, in aula oppure online, grazie ad enti formativi privati che organizzano tali corsi e i cui costi si aggirano in media tra i 4000 e gli 8000, cifre che costituiscono il maggior ostacolo per chi vuole intraprendere la via dell’abilitazione da avvocato in Spagna.
Successivamente, si dovrà affrontare la prova d’esame vera e propria, la prueba de aptitud, che consiste in un test di domande a risposta multipla, da svolgere in lingua spagnola. I quesiti riguardano questioni di deontologia professionale, diritto amministrativo, civile, costituzionale, penale, comunitario, tributario, internazionale privato, commerciale, processuale e del lavoro.
Quando si è ottenuta l’abilitazione da avvocato in Spagna, si diventa abogado, un titolo che nel nostro paese si tramuta in avvocato stabilito, attribuito cioè agli avvocati dell’Unione Europea che lavorano in Italia, dopo aver espletate nuovamente le necessarie pratiche di omologazione. Dopo tre anni di esercizio della professione, durante i quali è sottoposto ad alcune restrizioni nell’espletamento dei propri compiti, l’avvocato stabilito è equiparabile a chi ha conseguito l’abilitazione in Italia.
I tempi della soluzione spagnola sono quindi piuttosto lunghi: i passaggi burocratici e la frequenza del master fanno sì che dopo la laurea ci vogliano in totale 12-18 mesi per arrivare all’abilitazione, senza contare i 3 anni necessari che servono per svincolarsi dal titolo di avvocato stabilito. Ovviamente vi sono anche i pro: si evita il periodo di praticantato e l’esame di stato, oltre a fare un’esperienza all’estero e avere la possibilità di imparare lo spagnolo.