
Laurea fuori corso
Una panoramica sugli effetti che possono scaturire dal conseguire una laurea fuori corso: implicazioni sull'importo delle tasse universitarie da pagare, aggiornamenti normativi in materia e tante altre informazioni per chi non riesce a laurearsi nel tempo minimo richiesto dagli atenei.
Negli ultimi anni la formazione universitaria ha subito grossi cambiamenti, sia per quanto riguarda la modalità di erogazione dell'offerta formativa, sia per quel che concerne la frequenza degli studenti ai corsi di laurea. Sempre più spesso, infatti, l'esigenza di dover lavorare mentre si studia può allontanare il momento della discussione della tesi poiché non si ha tutto il tempo a disposizione per potersi dedicare alla frequentazione dei corsi e al superamenti degli esoneri e degli esami.
Nonostante ci siano delle formule che consentono agli studenti lavoratori di ottenere dei benefici in merito alle ore di permesso e alla modalità di frequentazione, tutto ciò non ha incidenza sul periodo minimo previsto dagli atenei per conseguire i titoli di studio poiché per la laurea triennale sono previsti appunto 3 anni di formazione mentre per le lauree specialistiche e magistrali la durata del corso di studi è di un biennio. Spesso i regolamenti dei differenti atenei ritengono studente in corso anche colui il quale riesca a conseguire la laurea entro sei mesi dalla scadenza del periodo minimo.
Questa modalità di discriminare tra studente in corso e studente fuori corso può variare a seconda del regolamento della facoltà a cui ci si è iscritti ed è determinante per il calcolo della somma che si dovrà corrispondere come tasse universitarie per essere in regola fiscalmente e amministrativamente nei confronti dell'ateneo di appartenenza.
In linea generale gli studenti iscritti al primo anno fuori corso usufruiscono ancora di alcune agevolazioni per la definizione della rata universitaria da versare, mentre dal secondo anno in poi non solo diminuiscono le agevolazioni relative alla situazione economica dello studente, ma la rata aumenta. Ciò avviene perché viene meno la possibilità di usufruire dei benefici previsti dall'articolo 8 del Decreto legislativo 68/12 sul diritto allo studio degli studenti capaci, meritevoli e privi di mezzo dato che uno dei requisiti fondamentali per ottenere una riduzione delle tasse universitarie è il tempo che ci si impiega a conseguire la laurea.
Questo si verifica sia durante la frequentazione di una laurea triennale che di una laurea specialistica e magistrale, quindi in entrambi i casi lo studente dovrà verificare cosa è previsto dal regolamento del proprio ateneo per non avere sorprese in merito alla regolarità della propria posizione fiscale.
Negli ultimi anni la formazione universitaria ha subito grossi cambiamenti, sia per quanto riguarda la modalità di erogazione dell'offerta formativa, sia per quel che concerne la frequenza degli studenti ai corsi di laurea. Sempre più spesso, infatti, l'esigenza di dover lavorare mentre si studia può allontanare il momento della discussione della tesi poiché non si ha tutto il tempo a disposizione per potersi dedicare alla frequentazione dei corsi e al superamenti degli esoneri e degli esami.
Nonostante ci siano delle formule che consentono agli studenti lavoratori di ottenere dei benefici in merito alle ore di permesso e alla modalità di frequentazione, tutto ciò non ha incidenza sul periodo minimo previsto dagli atenei per conseguire i titoli di studio poiché per la laurea triennale sono previsti appunto 3 anni di formazione mentre per le lauree specialistiche e magistrali la durata del corso di studi è di un biennio. Spesso i regolamenti dei differenti atenei ritengono studente in corso anche colui il quale riesca a conseguire la laurea entro sei mesi dalla scadenza del periodo minimo.
Questa modalità di discriminare tra studente in corso e studente fuori corso può variare a seconda del regolamento della facoltà a cui ci si è iscritti ed è determinante per il calcolo della somma che si dovrà corrispondere come tasse universitarie per essere in regola fiscalmente e amministrativamente nei confronti dell'ateneo di appartenenza.
In linea generale gli studenti iscritti al primo anno fuori corso usufruiscono ancora di alcune agevolazioni per la definizione della rata universitaria da versare, mentre dal secondo anno in poi non solo diminuiscono le agevolazioni relative alla situazione economica dello studente, ma la rata aumenta. Ciò avviene perché viene meno la possibilità di usufruire dei benefici previsti dall'articolo 8 del Decreto legislativo 68/12 sul diritto allo studio degli studenti capaci, meritevoli e privi di mezzo dato che uno dei requisiti fondamentali per ottenere una riduzione delle tasse universitarie è il tempo che ci si impiega a conseguire la laurea.
Questo si verifica sia durante la frequentazione di una laurea triennale che di una laurea specialistica e magistrale, quindi in entrambi i casi lo studente dovrà verificare cosa è previsto dal regolamento del proprio ateneo per non avere sorprese in merito alla regolarità della propria posizione fiscale.