
Conclusioni tesi di laurea
La tesi di laurea
Tutti i cicli universitari (triennale, magistrale e magistrale a ciclo unico) giungono al termine con l’esame finale, il quale consiste nella discussione della tesi di laurea. Quest’ultima rappresenta la sintesi di un percorso formativo e in essa ogni studente affronta un argomento specifico in maniera approfondita. A seconda dei corsi di laurea, le tesi possono essere di tipo sperimentale o descrittivo.
Pur variando da ateneo ad ateneo, le tesi di laurea seguono una struttura comune da applicare per qualsiasi indirizzo di studio. Le parti che la compongono, infatti, sono le stesse: l’indice, l’introduzione, il testo, le conclusioni e la bibliografia. Queste rappresentano le linee-guida con cui sviluppare l’argomento della tesi in modo che l’elaborato risulti chiaro a tutta la commissione che dovrà valutarlo.
Il ruolo delle conclusioni nella tesi
Così come l’introduzione ha una rilevanza fondamentale poiché spiega gli obiettivi prefissati e le domande di ricerca, le conclusioni lo sono altrettanto perché rappresentano il risultato della ricerca stessa. Si tratta di una parte davvero importante dell’elaborato, che porta il lettore a scoprire i risultati del lavoro di ricerca o di compilazione, ma non solo.
Questo capitolo, infatti, serve anche ad illustrare i possibili sviluppi futuri del proprio operato, nonché a presentare delle differenti chiavi di lettura e proporre nuove ipotesi d’indagine in merito all’argomento trattato. Le conclusioni confermano le intuizioni proposte durante l’introduzione o, in caso di esiti sperimentali negativi, ad ammettere la non applicabilità di una teoria, stimolando i fruitori a ideare delle soluzioni alternative.
Come sviluppare le conclusioni
L’errore principale in cui si può incorrere durante l’elaborazione delle conclusioni è la ripetitività degli argomenti trattati nel testo. Poiché questi vengono ampiamente spiegati e concettualizzati nella maggior parte della tesi, infatti, bisogna prestare molta attenzione a non tornare sugli stessi punti uscendo, di conseguenza, dal tema di questa parte del lavoro.
Come abbiamo detto, lo scopo della parte conclusiva è quello di rispondere alle domande che ci si è posti nell’introduzione. Per arricchire il testo, ed evitare le ripetizioni, ci si possono porre nuovi quesiti in relazione a quanto sostenuto in precedenza, ad esempio riprendendo alcuni problemi irrisolti durante l’indagine.
Seguendo questa struttura, il candidato riesce a terminare il discorso in modo esauriente, ponendo fine a tutto il lavoro svolto tramite la ricerca.
Tutti i cicli universitari (triennale, magistrale e magistrale a ciclo unico) giungono al termine con l’esame finale, il quale consiste nella discussione della tesi di laurea. Quest’ultima rappresenta la sintesi di un percorso formativo e in essa ogni studente affronta un argomento specifico in maniera approfondita. A seconda dei corsi di laurea, le tesi possono essere di tipo sperimentale o descrittivo.
Pur variando da ateneo ad ateneo, le tesi di laurea seguono una struttura comune da applicare per qualsiasi indirizzo di studio. Le parti che la compongono, infatti, sono le stesse: l’indice, l’introduzione, il testo, le conclusioni e la bibliografia. Queste rappresentano le linee-guida con cui sviluppare l’argomento della tesi in modo che l’elaborato risulti chiaro a tutta la commissione che dovrà valutarlo.
Il ruolo delle conclusioni nella tesi
Così come l’introduzione ha una rilevanza fondamentale poiché spiega gli obiettivi prefissati e le domande di ricerca, le conclusioni lo sono altrettanto perché rappresentano il risultato della ricerca stessa. Si tratta di una parte davvero importante dell’elaborato, che porta il lettore a scoprire i risultati del lavoro di ricerca o di compilazione, ma non solo.
Questo capitolo, infatti, serve anche ad illustrare i possibili sviluppi futuri del proprio operato, nonché a presentare delle differenti chiavi di lettura e proporre nuove ipotesi d’indagine in merito all’argomento trattato. Le conclusioni confermano le intuizioni proposte durante l’introduzione o, in caso di esiti sperimentali negativi, ad ammettere la non applicabilità di una teoria, stimolando i fruitori a ideare delle soluzioni alternative.
Come sviluppare le conclusioni
L’errore principale in cui si può incorrere durante l’elaborazione delle conclusioni è la ripetitività degli argomenti trattati nel testo. Poiché questi vengono ampiamente spiegati e concettualizzati nella maggior parte della tesi, infatti, bisogna prestare molta attenzione a non tornare sugli stessi punti uscendo, di conseguenza, dal tema di questa parte del lavoro.
Come abbiamo detto, lo scopo della parte conclusiva è quello di rispondere alle domande che ci si è posti nell’introduzione. Per arricchire il testo, ed evitare le ripetizioni, ci si possono porre nuovi quesiti in relazione a quanto sostenuto in precedenza, ad esempio riprendendo alcuni problemi irrisolti durante l’indagine.
Seguendo questa struttura, il candidato riesce a terminare il discorso in modo esauriente, ponendo fine a tutto il lavoro svolto tramite la ricerca.