
Introduzione tesi di laurea
L’introduzione della tesi di laurea è la parte di presentazione dell’elaborato che il laureando esporrà il giorno della discussione e ha lo scopo di introdurre l’argomento di cui si parlerà, riassumendone gli aspetti essenziali. Chi leggerà la tesi guarderà tra le prime cose l’introduzione; inoltre, i membri della commissione che non siano il relatore e il controrelatore avranno modo di leggere unicamente quella, oltre a guardare l’indice e a dare un’occhiata all’apparato bibliografico.
È molto importante che la scrittura sia chiara: vanno evitate frasi troppo complesse, periodi lunghi e, nel limite del possibile, si deve essere sintetici, in quanto l’introduzione alla tesi di laurea in genere non deve superare le 3-4 pagine a meno che l’elaborato non sia molto lungo e corposo. Non esistendo una regola precisa in merito, basterà, rileggendo quanto scritto, verificare che non ci siano ripetizioni degli stessi concetti o paragrafi molto più lunghi di altri.
Si dovrà poi cercare di assumere uno stile accattivante che invogli il lettore alla lettura, senza ovviamente tralasciare il lessico e il linguaggio che devono essere consoni al tema e alla circostanza importante.
Sebbene sia la prima cosa presente nella tesi, è consigliabile scriverla per ultima dopo aver steso tutto l’elaborato. Infatti, anche se si è seguita con cura la scaletta iniziale, propedeutica alla stesura della tesi, durante la scrittura vera e propria è naturale inserire delle modifiche, approfondire alcuni aspetti e tralasciarne altri che, prima di affrontare in maniera fattiva l’argomento, sembravano importati e poi si sono rivelati trascurabili. Non bisogna dimenticare, inoltre, che il relatore vaglia il lavoro man mano che si procede e può suggerire di ampliare o eliminare alcune parti.
Per stendere un’introduzione che sia esauriente e al tempo stesso non troppo prolissa, sarà per prima cosa necessario preparare una scaletta dei punti da toccare.
Innanzitutto è necessario presentare l’argomento di cui si discuterà, descrivendolo con precisione, ma senza dilungarsi troppo. Si dovranno, ad esempio, indicare le coordinate temporali e spaziali del fenomeno storico preso in esame o il numero di soggetti coinvolti in un’indagine statistica.
Si dovrà poi spiegare per quale motivo si è scelto di trattare l’argomento. Sono da evitare riferimenti personali (si dà per scontato che il candidato trovi interessante l’oggetto del suo studio), mentre si dovranno citare molto brevemente gli studi principali in merito, evidenziando quale vuole essere il proprio contributo. Nell’introduzione è bene non utilizzare molti riferimenti bibliografici, evitando così di appesantire la lettura con troppe note a piè pagina. Basterà indicare i nomi dei principali studiosi che già hanno trattato l’argomento, rimandando alle pagine successive le citazioni più articolate.
Un altro aspetto da affrontare nell’introduzione della tesi di laurea riguarda il metodo di indagine utilizzato. Se la tesi è di tipo sperimentale, si potrà accennare al modus operandi impiegato, si potranno fornire i dati principali del lavoro di ricerca svolto, i laboratori che hanno ospitato le attività di ricerca o gli enti che hanno collaborato.
È bene, infine, accennare ai risultati della propria ricerca o anticipare brevemente la conclusione cui si è giunti per incentivare la lettura e per permettere a chi non potrà leggere tutto l’elaborato di farsi un’idea sul punto di approdo della tesi. Questa parte dev’essere delineata solo a grandi linee in quanto sarà chiarita nella parte delle conclusioni finali, in cui ci si soffermerà maggiormente sui risultati ottenuti e sulla teoria maturata durante il proprio lavoro.
È molto importante che la scrittura sia chiara: vanno evitate frasi troppo complesse, periodi lunghi e, nel limite del possibile, si deve essere sintetici, in quanto l’introduzione alla tesi di laurea in genere non deve superare le 3-4 pagine a meno che l’elaborato non sia molto lungo e corposo. Non esistendo una regola precisa in merito, basterà, rileggendo quanto scritto, verificare che non ci siano ripetizioni degli stessi concetti o paragrafi molto più lunghi di altri.
Si dovrà poi cercare di assumere uno stile accattivante che invogli il lettore alla lettura, senza ovviamente tralasciare il lessico e il linguaggio che devono essere consoni al tema e alla circostanza importante.
Sebbene sia la prima cosa presente nella tesi, è consigliabile scriverla per ultima dopo aver steso tutto l’elaborato. Infatti, anche se si è seguita con cura la scaletta iniziale, propedeutica alla stesura della tesi, durante la scrittura vera e propria è naturale inserire delle modifiche, approfondire alcuni aspetti e tralasciarne altri che, prima di affrontare in maniera fattiva l’argomento, sembravano importati e poi si sono rivelati trascurabili. Non bisogna dimenticare, inoltre, che il relatore vaglia il lavoro man mano che si procede e può suggerire di ampliare o eliminare alcune parti.
Per stendere un’introduzione che sia esauriente e al tempo stesso non troppo prolissa, sarà per prima cosa necessario preparare una scaletta dei punti da toccare.
Innanzitutto è necessario presentare l’argomento di cui si discuterà, descrivendolo con precisione, ma senza dilungarsi troppo. Si dovranno, ad esempio, indicare le coordinate temporali e spaziali del fenomeno storico preso in esame o il numero di soggetti coinvolti in un’indagine statistica.
Si dovrà poi spiegare per quale motivo si è scelto di trattare l’argomento. Sono da evitare riferimenti personali (si dà per scontato che il candidato trovi interessante l’oggetto del suo studio), mentre si dovranno citare molto brevemente gli studi principali in merito, evidenziando quale vuole essere il proprio contributo. Nell’introduzione è bene non utilizzare molti riferimenti bibliografici, evitando così di appesantire la lettura con troppe note a piè pagina. Basterà indicare i nomi dei principali studiosi che già hanno trattato l’argomento, rimandando alle pagine successive le citazioni più articolate.
Un altro aspetto da affrontare nell’introduzione della tesi di laurea riguarda il metodo di indagine utilizzato. Se la tesi è di tipo sperimentale, si potrà accennare al modus operandi impiegato, si potranno fornire i dati principali del lavoro di ricerca svolto, i laboratori che hanno ospitato le attività di ricerca o gli enti che hanno collaborato.
È bene, infine, accennare ai risultati della propria ricerca o anticipare brevemente la conclusione cui si è giunti per incentivare la lettura e per permettere a chi non potrà leggere tutto l’elaborato di farsi un’idea sul punto di approdo della tesi. Questa parte dev’essere delineata solo a grandi linee in quanto sarà chiarita nella parte delle conclusioni finali, in cui ci si soffermerà maggiormente sui risultati ottenuti e sulla teoria maturata durante il proprio lavoro.