
Equipollenza lauree
Con l’equipollenza delle lauree si può comprendere quali titoli hanno lo stesso valore per partecipare a un bando di concorso.
Cosa è
Con “equipollenza delle lauree” si indicano uno o più titoli di studio che, dal punto di vista amministrativo, hanno la stessa equivalenza. Non a caso la si nomina in relazione alla burocrazia, infatti è un termine assai ricorrente nei testi ufficiali dei bandi per concorsi pubblici. Tra i diversi requisiti che vengono elencati, spesso sono indicate anche alcune lauree e le relative equipollenze. Nella maggior parte dei casi, l’equipollenza viene nominata per semplificare il testo dei bandi, generalmente nella sezione dedicata ai requisiti. Ciò significa che, se è richiesto un determinato diploma di laurea assieme ai titoli equipollenti, il bando è aperto anche ad altri titoli universitari oltre all’indirizzo citato. Nel caso della laurea in giurisprudenza, ad esempio, quella in scienze politiche è una sua equipollente perché rispecchia una formazione molto simile.
Le lauree equipollenti
Come già accennato, le lauree equipollenti si distinguono per avere un valore molto simile tra loro, tanto da essere considerate equivalenti agli occhi della burocrazia. Oltre a semplificare i testi dei bandi di concorso, talvolta complicati, questo termine indica anche un’ulteriore semplificazione relativa al vecchio e al nuovo ordinamento universitario.
Negli ultimi anni, il sistema universitario italiano ha subito non poche modifiche, eliminando alcuni corsi di laurea e sostituendoli con altri percorsi formativi più ramificati. Partendo da questo presupposto, tutto ciò che deriva dalla stessa radice può essere considerato equipollente. Molti dei percorsi formativi offerti dagli atenei sono infatti suddivisi per il settore d’interesse (sanitario, sociale, umanistico, scientifico), e questo rappresenta una prima scrematura per capire quali lauree siano equipollenti. Lo stesso valore dei titoli universitari, dal punto di vista amministrativo, può essere legato proprio a questo aspetto, quindi per l’appartenenza a un determinato ambito.
Riallacciandosi all’esempio precedente, tra la laurea in giurisprudenza e quella in scienze politiche vi sono molti esami in comune, determinando una formazione simile. Se un bando di concorso richiede una qualifica con conoscenze legali, dunque, tra i requisiti si può nominare il diploma di laurea in giurisprudenza e i titoli equipollenti, tra cui figura quella in scienze politiche.
Quali lauree sono equipollenti
Per scoprire quali lauree siano considerate equipollenti, nonostante le varie riforme dell’università, non sono necessari dei ragionamenti complicati. In questo caso basta consultare una tabella stilata dal Ministero dell’Istruzione (MIUR) che è disponibile online. La regolamentazione è spiegata con una struttura molto chiara: suddivisa in 3 colonne, nella tabella sono indicati il titolo di base (richiesto dal bando) e la relativa laurea equipollente. Nell’ultima colonna, infine, figura il riferimento normativo che garantisce l’equivalenza tra i titoli.
Cosa è
Con “equipollenza delle lauree” si indicano uno o più titoli di studio che, dal punto di vista amministrativo, hanno la stessa equivalenza. Non a caso la si nomina in relazione alla burocrazia, infatti è un termine assai ricorrente nei testi ufficiali dei bandi per concorsi pubblici. Tra i diversi requisiti che vengono elencati, spesso sono indicate anche alcune lauree e le relative equipollenze. Nella maggior parte dei casi, l’equipollenza viene nominata per semplificare il testo dei bandi, generalmente nella sezione dedicata ai requisiti. Ciò significa che, se è richiesto un determinato diploma di laurea assieme ai titoli equipollenti, il bando è aperto anche ad altri titoli universitari oltre all’indirizzo citato. Nel caso della laurea in giurisprudenza, ad esempio, quella in scienze politiche è una sua equipollente perché rispecchia una formazione molto simile.
Le lauree equipollenti
Come già accennato, le lauree equipollenti si distinguono per avere un valore molto simile tra loro, tanto da essere considerate equivalenti agli occhi della burocrazia. Oltre a semplificare i testi dei bandi di concorso, talvolta complicati, questo termine indica anche un’ulteriore semplificazione relativa al vecchio e al nuovo ordinamento universitario.
Negli ultimi anni, il sistema universitario italiano ha subito non poche modifiche, eliminando alcuni corsi di laurea e sostituendoli con altri percorsi formativi più ramificati. Partendo da questo presupposto, tutto ciò che deriva dalla stessa radice può essere considerato equipollente. Molti dei percorsi formativi offerti dagli atenei sono infatti suddivisi per il settore d’interesse (sanitario, sociale, umanistico, scientifico), e questo rappresenta una prima scrematura per capire quali lauree siano equipollenti. Lo stesso valore dei titoli universitari, dal punto di vista amministrativo, può essere legato proprio a questo aspetto, quindi per l’appartenenza a un determinato ambito.
Riallacciandosi all’esempio precedente, tra la laurea in giurisprudenza e quella in scienze politiche vi sono molti esami in comune, determinando una formazione simile. Se un bando di concorso richiede una qualifica con conoscenze legali, dunque, tra i requisiti si può nominare il diploma di laurea in giurisprudenza e i titoli equipollenti, tra cui figura quella in scienze politiche.
Quali lauree sono equipollenti
Per scoprire quali lauree siano considerate equipollenti, nonostante le varie riforme dell’università, non sono necessari dei ragionamenti complicati. In questo caso basta consultare una tabella stilata dal Ministero dell’Istruzione (MIUR) che è disponibile online. La regolamentazione è spiegata con una struttura molto chiara: suddivisa in 3 colonne, nella tabella sono indicati il titolo di base (richiesto dal bando) e la relativa laurea equipollente. Nell’ultima colonna, infine, figura il riferimento normativo che garantisce l’equivalenza tra i titoli.