Scuola paritaria
Nella difficile scelta di una scuola, soprattutto quando si deve decidere quale scuola superiore scegliere, entrano in gioco molti fattori e si pongono diverse alternative. Una di queste riguarda la possibilità di optare per una scuola pubblica o per una scuola paritaria, comunemente chiamata “scuola privata”. Una scuola paritaria è un istituto non gestito direttamente dallo stato, quindi non finanziato con i soldi pubblici. Nonostante non sia una scuola statale, la scuola paritaria, per vedersi attribuire questo titolo, deve raggiungere la “parità scolastica” inserendosi nel sistema nazionale scolastico, deve cioè essere riconosciuta dal MIUR, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Per ottenere questo riconoscimento le scuole paritarie devono seguire i programmi di insegnamento ministeriali e rispondere a una serie di requisiti: la progettazione educativa deve essere in linea con i principi della Costituzione; l’offerta formativa deve essere conforme agli ordinamenti vigenti; i bilanci devono essere pubblici; la scuola deve disporre di locali, arredi e attrezzature a norma; devono esservi degli organi collegiali a direzione e gestione della scuola; la scuola non deve fare discriminazioni, soprattutto nei casi di soggetti con disabilità, per l’iscrizione degli studenti, purché questi abbiano i requisiti necessari per l’accesso (come età e titolo di studi); tutti i docenti devono essere in possesso dell’abilitazione all’insegnamento; i contratti del personale devono rispettare i contratti collettivi nazionali.
Quindi un titolo di studi rilasciato da una scuola paritaria è altrettanto valido di uno rilasciato da una scuola pubblica. La principale differenza tra i due tipi di scuola risiede, come accennato, nelle forme di finanziamento, che nella scuola pubbliche sono totalmente statali: non vi sono quindi rette per l’iscrizione (a parte che nei Nidi e nelle scuole dell’Infanzia, dove comunque sono commisurate al reddito della famiglia) e vi sono solo alcune spese legate alla mensa, nel caso in cui si usufruisca di tale servizio, e quelle legate all’acquisto dei libri, della cancelleria e ad attività particolari, come le gite. La scuola paritaria invece, pur usufruendo parzialmente di alcune sovvenzioni statali, è quasi totalmente a carico degli enti che gestiscono l’istituto, che in molti casi sono legati alla Chiesa, e in particolare degli iscritti, per questo chi frequenta una scuola privata deve pagare una retta annuale, con costi che variano da scuola a scuola e possono variare da poche migliaia di euro all’anno a somme più ingenti.
Non è possibile fare un discorso generale sui vantaggi e gli svantaggi di una scuola paritaria: secondo alcuni la scuola privata è sempre migliore di quella pubblica, secondo altri le scuole paritarie sono solo “diplomifici” privi di qualità didattica. Ovviamente è necessario valutare caso per caso. Il modo migliore per farlo e affidarsi all’opinione di chi già frequenta la scuola d’interesse o chi l’ha fatto in passato, magari affidandosi ai social network o ai forum specializzati, un passaparola telematico molto efficace che consente di valutare tutti gli aspetti di una scuola. Inoltre, prima dell’iscrizione è sempre possibile, e consigliabile, recarsi presso l’istituto scelto e avere un colloquio con il dirigente scolastico, che fornirà le informazioni necessarie sui costi, l’offerta formativa e il personale docente.
Per ottenere questo riconoscimento le scuole paritarie devono seguire i programmi di insegnamento ministeriali e rispondere a una serie di requisiti: la progettazione educativa deve essere in linea con i principi della Costituzione; l’offerta formativa deve essere conforme agli ordinamenti vigenti; i bilanci devono essere pubblici; la scuola deve disporre di locali, arredi e attrezzature a norma; devono esservi degli organi collegiali a direzione e gestione della scuola; la scuola non deve fare discriminazioni, soprattutto nei casi di soggetti con disabilità, per l’iscrizione degli studenti, purché questi abbiano i requisiti necessari per l’accesso (come età e titolo di studi); tutti i docenti devono essere in possesso dell’abilitazione all’insegnamento; i contratti del personale devono rispettare i contratti collettivi nazionali.
Quindi un titolo di studi rilasciato da una scuola paritaria è altrettanto valido di uno rilasciato da una scuola pubblica. La principale differenza tra i due tipi di scuola risiede, come accennato, nelle forme di finanziamento, che nella scuola pubbliche sono totalmente statali: non vi sono quindi rette per l’iscrizione (a parte che nei Nidi e nelle scuole dell’Infanzia, dove comunque sono commisurate al reddito della famiglia) e vi sono solo alcune spese legate alla mensa, nel caso in cui si usufruisca di tale servizio, e quelle legate all’acquisto dei libri, della cancelleria e ad attività particolari, come le gite. La scuola paritaria invece, pur usufruendo parzialmente di alcune sovvenzioni statali, è quasi totalmente a carico degli enti che gestiscono l’istituto, che in molti casi sono legati alla Chiesa, e in particolare degli iscritti, per questo chi frequenta una scuola privata deve pagare una retta annuale, con costi che variano da scuola a scuola e possono variare da poche migliaia di euro all’anno a somme più ingenti.
Non è possibile fare un discorso generale sui vantaggi e gli svantaggi di una scuola paritaria: secondo alcuni la scuola privata è sempre migliore di quella pubblica, secondo altri le scuole paritarie sono solo “diplomifici” privi di qualità didattica. Ovviamente è necessario valutare caso per caso. Il modo migliore per farlo e affidarsi all’opinione di chi già frequenta la scuola d’interesse o chi l’ha fatto in passato, magari affidandosi ai social network o ai forum specializzati, un passaparola telematico molto efficace che consente di valutare tutti gli aspetti di una scuola. Inoltre, prima dell’iscrizione è sempre possibile, e consigliabile, recarsi presso l’istituto scelto e avere un colloquio con il dirigente scolastico, che fornirà le informazioni necessarie sui costi, l’offerta formativa e il personale docente.