
Corrispondente in lingue estere
Il diploma come perito aziendale e corrispondente in lingue estere (indicato spesso con l’acronimo PACLE) è un titolo esistente fino al 2010, anno della Riforma Gelmini, che oggi coincide con il diploma di istituto tecnico economico in amministrazione, finanza e marketing.
L’istituto per corrispondente in lingue estere prevedeva cinque anni di studio, finalizzati alla conoscenza approfondita di due lingue straniere, generalmente studiate in un’ottica pragmatica, finalizzata cioè a un utilizzo in ambito lavorativo. Mentre in un liceo linguistico si dà grande spazio alle materie umanistiche e alle letterature delle lingue studiate, il corrispondente in lingue estere affrontava molte ore di studio in materie scientifiche, quali matematica, fisica, chimica e informatica e discipline come economia aziendale, diritto e office automation.
L’istituto tecnico economico in amministrazione, finanza e marketing, creato dopo la riforma, fornisce competenze simili a quelle del perito aziendale e corrispondente in lingue estere. In particolare, vi è un biennio comune a tutti gli istituti tecnici, con la possibilità nei successivi tre anni di specializzarsi ulteriormente in uno dei due indirizzi principali: turismo e finanza e marketing e relazioni internazionali per il marketing. Rispetto al passato vi è la possibilità di studiare tre lingue straniere, preparandosi così a un mercato del lavoro di respiro internazionale o a una formazione universitaria mirata ad approfondire la conoscenza delle lingue, con una laurea in mediazione linguistica o in lingue.
Chi, prima della riforma, si è diplomato come corrispondente lingue estere può trovare occupazione in svariati settori industriali e del terziario, dove si potrà occupare di marketing, amministrazione o gestione dei rapporti internazionali, in particolare in aziende multinazionali o che intrattengono rapporti con l’estero. La conoscenza di più di una lingua straniera, infatti, collegata a competenze in ambito amministrativo e contabile e alle nozioni di economia aziendale, diritto e scienze finanziarie consente di guardare in maniera trasversale a più settori lavorativi e a più ruoli in cui essere impiegati.
Vi è infine la possibilità di accedere a qualunque facoltà universitaria, sostenendo solo la prova d’ammissione, dove prevista. Naturalmente nella scelta dell’università bisognerà verificare se la preparazione ottenuta durante le superiori è compatibile con il percorso di studi universitari: per chi ha ottenuto il titolo di corrispondente in lingue estere sono in genere consigliate le facoltà di economia, giurisprudenza e scienze politiche, oltre a quelle, già menzionate, di lingue e mediazione culturale.
Vista la natura internazionale di questo diploma, chi decide di iscriversi all’università, può decidere di frequentare almeno un anno all’estero, servendosi di programmi di cooperazione tra università europee, come l’Erasmus Plus, che consentono di ottenere il supporto logistico e finanziario necessario per fare quest’esperienza.
L’istituto per corrispondente in lingue estere prevedeva cinque anni di studio, finalizzati alla conoscenza approfondita di due lingue straniere, generalmente studiate in un’ottica pragmatica, finalizzata cioè a un utilizzo in ambito lavorativo. Mentre in un liceo linguistico si dà grande spazio alle materie umanistiche e alle letterature delle lingue studiate, il corrispondente in lingue estere affrontava molte ore di studio in materie scientifiche, quali matematica, fisica, chimica e informatica e discipline come economia aziendale, diritto e office automation.
L’istituto tecnico economico in amministrazione, finanza e marketing, creato dopo la riforma, fornisce competenze simili a quelle del perito aziendale e corrispondente in lingue estere. In particolare, vi è un biennio comune a tutti gli istituti tecnici, con la possibilità nei successivi tre anni di specializzarsi ulteriormente in uno dei due indirizzi principali: turismo e finanza e marketing e relazioni internazionali per il marketing. Rispetto al passato vi è la possibilità di studiare tre lingue straniere, preparandosi così a un mercato del lavoro di respiro internazionale o a una formazione universitaria mirata ad approfondire la conoscenza delle lingue, con una laurea in mediazione linguistica o in lingue.
Chi, prima della riforma, si è diplomato come corrispondente lingue estere può trovare occupazione in svariati settori industriali e del terziario, dove si potrà occupare di marketing, amministrazione o gestione dei rapporti internazionali, in particolare in aziende multinazionali o che intrattengono rapporti con l’estero. La conoscenza di più di una lingua straniera, infatti, collegata a competenze in ambito amministrativo e contabile e alle nozioni di economia aziendale, diritto e scienze finanziarie consente di guardare in maniera trasversale a più settori lavorativi e a più ruoli in cui essere impiegati.
Vi è infine la possibilità di accedere a qualunque facoltà universitaria, sostenendo solo la prova d’ammissione, dove prevista. Naturalmente nella scelta dell’università bisognerà verificare se la preparazione ottenuta durante le superiori è compatibile con il percorso di studi universitari: per chi ha ottenuto il titolo di corrispondente in lingue estere sono in genere consigliate le facoltà di economia, giurisprudenza e scienze politiche, oltre a quelle, già menzionate, di lingue e mediazione culturale.
Vista la natura internazionale di questo diploma, chi decide di iscriversi all’università, può decidere di frequentare almeno un anno all’estero, servendosi di programmi di cooperazione tra università europee, come l’Erasmus Plus, che consentono di ottenere il supporto logistico e finanziario necessario per fare quest’esperienza.